La tiroide

Funzione della tiroide

Funzioni Tiroide

La tiroide svolge un ruolo fondamentale nel controllo di molteplici funzioni corporee, quali per esempio il peso corporeo, il colesterolo, il battito cardiaco e la massa muscolare.

La tiroide è un organo connettivale, le cui cellule producono gli ormoni tiroidei: la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4). Gli ormoni tiroidei hanno come effetto principale quello di aumentare la quantità di energia utilizzata a riposo.

Dove si trova la tiroide?

Tiroide Dove Si Trova

La tiroide si trova appena sotto la laringe ed è formata da due lobi, a sinistra e a destra della trachea. I due lobi, riuniti da una porzione mediana costituente l’istmo, conferiscono alla tiroide una forma paragonabile a quella di una farfalla.

Di solito la tiroide è difficilmente percepibile sotto la laringe, questo tuttavia cambia in presenza di una patologia tiroidea: la ghiandola può aumentare visibilmente (gozzo) e provocare la formazione di noduli.

Com’è fatta la tiroide?

Tiroide Struttura

Il tessuto connettivo dei lobi tiroidei contiene le cellule tiroidee, i tireociti, preposti alla sintesi degli ormoni tiroidei. Organizzati in gruppi di cellule (follicoli), i tireociti producono i precursori degli ormoni tiroidei in forma inattiva.

Nei follicoli tali precursori ormonali si legano alle proteine (tireoglobulina), vengono immagazzinati e, se necessario, rilasciati dai tireociti per passare in circolo come ormoni attivi. La tireoglobulina viene scissa dall’ormone attivo e riciclata all’interno del follicolo.


Gli ormoni della tiroide: tiroxina (T4) e triiodotironina (T3)

Ormoni Tiroidei 2

Gli ormoni tiroidei

Gli ormoni tiroidei prodotti dai tireociti sono due: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). L’ormone tiroideo attivo nelle cellule del corpo è il T3, che costituisce solo il 20­ % ca. degli ormoni prodotti dalla tiroide.

L’80­ % degli ormoni tiroidei viene rilasciato sotto forma di tiroxina inattiva (T4). Nelle cellule dell’organismo, grazie all’azione della proteina desiodasi, la tiroxina viene trasformata in triiodotironina attiva mediante scissione enzimatica di un atomo di iodio.

Gli ormoni tiroidei T3 e T4 contengono diversi atomi di iodio: la triiodotironina attiva ne contiene tre, la tiroxina inattiva ne contiene quattro.

L’attivazione del T4 in T3 avviene nelle cellule degli organi bersaglio. Gli enzimi chiamati desiodasi sono in grado di togliere un atomo di iodio dalla tiroxina (T4) trasformandola in triiodotironina (T3), che è l’ormone tiroideo con l’attività biologica.

Iodio

Lo iodio: essenziale per la produzione degli ormoni T4 e T3

Assumere iodio in quantità sufficienti con l’alimentazione è essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei e per il normale funzionamento della tiroide. I pesci e i frutti di mare sono alimenti particolarmente ricchi di iodio, poiché l’acqua di mare ne contiene parecchio. Nelle montagne e nelle valli discoste dal mare, come in Svizzera, la presenza di iodio nel terreno è più rara. Il basso contenuto di iodio nel suolo determina un minor accumulo del prezioso minerale nelle colture e la crescita di prodotti a basso contenuto di iodio, che sono destinati all’alimentazione umana.

Un tempo, le malattie dovute a iodocarenza (cretinismo) erano più frequenti nelle valli alpine svizzere, ad esempio in Vallese. Fortunatamente questo problema è stato riconosciuto presto in Svizzera: già negli anni ’20, il tradizionale sale da tavola è stato arricchito di iodio per prevenirne la carenza e di conseguenza l’ipofunzione tiroidea. Oggi le patologie tiroidee, causate da carenza di iodio, sono molto più rare in Svizzera.

L’ipotiroidismo da carenza di iodio comporta la comparsa del gozzo nella regione della laringe. Il gozzo si forma a causa del gonfiore del tessuto tiroideo. Il trattamento della malattia in tempo utile porta alla regressione del gozzo.

Sintesi Ormoni Tiroidei

La sintesi degli ormoni tiroidei T4 e T3

Gli ormoni tiroidei tiroxina (T4) e triiodotironina (T3) sono sintetizzati dalle cellule tiroidee, i tireociti. I tireociti devono disporre di una scorta sufficiente di iodio esogeno, assunto attraverso la dieta. Assorbito nell’intestino, lo iodio viene trasportato attraverso il circolo sanguigno alla tiroide, dove viene captato dal sangue attraverso meccanismi specifici e poi riversato nelle cellule tiroidee.

La produzione di T3 e T4 ha luogo nelle cellule tiroidee. Per la sintesi degli ormoni T3 e T4 si aggiungono all’aminoacido tirosina rispettivamente tre e quattro atomi di iodio. Il processo di immagazzinamento dello iodio per la sintesi degli ormoni T3 e T4 dipende dalla presenza di ferro. Se esiste una carenza di ferro, ad esempio un’anemia da carenza di ferro, la tiroide potrebbe non funzionare in modo corretto.

Ferro

Il ferro: importante per la formazione degli ormoni tiroidei

Anche un apporto sufficiente di ferro è molto importante per il buon funzionamento della tiroide, poiché spesso una carenza di ferro può determinare l’ipofunzionamento tiroideo. Gli ormoni tiroidei vengono immagazzinati nella ghiandola tiroide e in seguito si legano alla proteina tireoglobulina nei follicoli.

I follicoli tiroidei forniscono quindi una riserva a lungo termine di ormoni T3 e T4, che poi vengono rilasciati in circolo in quantità proporzionata alle esigenze dell’organismo.


L’azione degli ormoni tiroidei

To 600x333

Gli ormoni tiroidei sono molto importanti per lo sviluppo dell’organismo, e non solo per adulti e bambini, ma anche per lo sviluppo del feto. È dunque essenziale che gli ormoni tiroidei delle gestanti siano attentamente monitorati.

Una carenza di ormoni tiroidei in gravidanza causa un ritardo nello sviluppo del feto. Il sottosviluppo del feto comporta un disturbo della crescita e il sottosviluppo cerebrale. Questa forma di sottosviluppo mentale si chiama cretinismo ed è incurabile.

L’ormone tiroideo attivo è la triiodotironina (T3). Gli ormoni prodotti dalla tiroide sono per l’80­ % di tipo T4 inattivo (tiroxina), mentre solo per il 20­ % di tipo T3 attivo. Ciò significa che la maggior parte degli ormoni tiroidei T4 devono essere dapprima attivati. Per trasformare l’ormone T4 inattivo nell’ormone T3 attivo, è necessario togliere un atomo di iodio dalla tiroxina (T4).

La perdita di un atomo di iodio dalla tiroxina avviene nelle varie cellule del nostro corpo mediante un enzima, la desiodasi. La desiodasi, tuttavia, funziona correttamente solo in presenza di selenio come coenzima. La carenza di selenio nelle cellule può compromettere la formazione dell’ormone T3 attivo, ciò che potrebbe favorire la comparsa di sintomi ipotiroidei. Il selenio è un oligoelemento che può essere assunto con vari alimenti.

Il selenio si trova soprattutto nei pesci e nei frutti di mare, ma anche nelle noci e nelle mandorle. Gli integratori alimentari a base di selenio possono compensare la carenza di questo oligoelemento. Nonostante il normale funzionamento della tiroide, una carenza di selenio può causare una sintesi insufficiente dell’ormone T3 attivo, tanto da causare sintomi di ipotiroidismo, quali ad es. stanchezza, sonnolenza e svogliatezza.

Sel1 600x400

Alimenti con selenio

Nelle cellule del nostro corpo l’ormone T3 svolge molteplici funzioni: stimola in vari modi il metabolismo delle proteine e dei carboidrati, favorendo la crescita degli organi. Il T3 favorisce anche la combustione dei carboidrati, stimolando il metabolismo energetico e la termoregolazione. Questo spiega perché spesso i pazienti con ipotiroidismo sono sensibili al freddo, mentre quelli affetti da ipertiroidismo sono intolleranti al calore.


Interazione tra tiroide e ipofisi

End 600x400

Nonostante la tiroide sia il sito di produzione degli ormoni tiroidei, non svolge liberamente l’attività di rilascio degli ormoni, ma viene controllata da strutture superiori: la secrezione della tiroxina (T4) e della triiodotironina (T3) da parte della tiroide è controllata da un messaggero chimico (ormone), prodotto dalla ghiandola pituitaria (ipofisi).

Questo ormone, chiamato stimolatore della tiroide (TSH), viene costantemente rilasciato dall’ipotesi nel circolo ematico. Il TSH stimola la tiroide a produrre T4 e T3 e a rilasciarli nel circolo sanguigno.

Siti di legami specifici sulle cellule tiroidee (recettori) assicurano che il TSH agisca solo sul sito bersaglio, vale a dire la ghiandola tiroidea. Grazie al TSH ipofisario, il corpo ha sempre abbastanza T4 e T3 a disposizione per le funzioni cellulari del corpo.

Il T3 attivo è preposto a rifornire la cellula di energia. La formazione insufficiente di T3 causa una produzione minore di energia, causando stanchezza, svogliatezza e sensibilità al freddo.

Se non ci fosse un meccanismo di feedback tra la tiroide e la ghiandola pituitaria, i livelli di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3) nel sangue sarebbero sempre troppo elevati, poiché avrebbe luogo una sintesi incontrollata di TSH da parte dell’ipofisi.

Fortunatamente questo non accade: rilasciati nel sangue dalla tiroide, gli ormoni T4 e T3 raggiungono il sistema nervoso centrale e l’ipofisi attraverso il circolo ematico. Le elevate concentrazioni di T4 e T3 nel sangue inibiscono la secrezione ipofisaria di TSH, cosicché il meccanismo di feedback negativo sul TSH inibisce la secrezione tiroidea di T3 e T4.

Negli individui sani i livelli di T4, T3 e di TSH mantengono sempre lo stesso livello di concentrazione ematica. I sintomi di disfunzione tiroidea si manifestano quando i livelli ematici di questi ormoni sono al di fuori della norma.

Intervalli di riferimento di TSH, tiroxina (T4) e triiodotironina (T3)

T4 totale55-140 nmol/L
T4 libero10-27 pmol/L
T3 totale1,2-3,1 nmol/L
T3 libero3,0-8,5 pmol/L
reverse T3 totale150-540 pmol/L
TSH0,3-4,0 mU/L

Tireopatie primarie e secondarie

Poiché l’attività della ghiandola tiroide è controllata e influenzata da un’altra ghiandola (ghiandola pituitaria o ipofisi) non è sempre facile eseguire la diagnosi dei livelli ematici alterati di T4, T3 e TSH, poiché il disturbo originale potrebbe risiedere sia nella tiroide che nell’ipofisi. Fortunatamente la maggior parte dei disturbi dell’equilibrio ormonale tiroideo sono il risultato diretto del malfunzionamento della tiroide.

Tali disturbi sono designati come malattie primarie della tiroide o tireopatie primarie, mentre i disturbi dovuti a una disfunzione della ghiandola pituitaria (ipofisi), sono designati come malattie secondarie della tiroide o tireopatie secondarie. La maggior parte dei disturbi dell’equilibrio ormonale tiroideo è dunque dovuto alla tiroide stessa (malattia primaria della tiroide).

Questo semplifica la diagnosi, poiché non è necessario controllare la ghiandola pituitaria. Di regola i problemi di tiroide sono curati dal medico di famiglia. Gli endocrinologi intervengono solo nei casi più complessi.

Produzione eccessiva o insufficiente degli ormoni tiroidei

I sintomi delle tireopatie dipendono dalla produzione eccessiva (ipertiroidismo) o insufficiente (ipotiroidismo) degli ormoni T4 e T3 da parte della ghiandola tiroide. Anche se spesso i sintomi sono aspecifici (stanchezza, svogliatezza, disturbi del sonno, ecc.), la misurazione dei livelli ematici degli ormoni tiroidei T4, T3 e dell’ormone ipofisario TSH consente di porre una diagnosi precisa in modo relativamente semplice.

In caso di ipofunzione della tiroide vengono rilasciati troppi pochi ormoni T3 e T4, i valori di TSH aumentano e si parla di ipotiroidismo. In caso di iperfunzione della tiroide, invece, i valori di T4 e T3 aumentano e, a causa del feedback negativo che questi due ormoni esercitano sull’ipofisi, il valore di TSH si riduce notevolmente.

Le conseguenze di tireopatie non trattate

Non tutti i sintomi sono evidenti e consentono una chiara conclusione. Il medico di famiglia è dunque tenuto, in caso di diagnosi sospetta, a fare un prelievo di sangue, al fine di determinare i livelli ormonali di T4, di T3 e di TSH per confermare o meno la diagnosi. In caso di manifestazioni sintomatiche è dunque consigliabile consultare tempestivamente il medico di famiglia, a scopo precauzionale, per porre la diagnosi in tempo utile.

Una disfunzione tiroidea, se non riconosciuta e adeguatamente curata, può avere conseguenze gravi. L’ipotiroidismo non curato per anni può causare valori elevati di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia cronica), causando così l’ostruzione delle arterie, a causa della formazione di depositi interni, ciò che favorisce l’insorgenza di infarti e ictus. L’ipertiroidismo non rilevato, con l’aumento eccessivo della frequenza cardiaca, può inoltre generare problemi cardiaci (ad es. aritmie cardiache).


Malattie tiroidee subcliniche

Non è sempre evidente tracciare il limite tra la ghiandola tiroidea malata e quella sana, anche perché i valori di riferimento sono relativamente ampi e non sempre si manifestano dei sintomi, quando i livelli ormonali sono al di fuori dei valori di riferimento. Si parla di malattie tiroidee subcliniche, quando sono riscontrabili dei valori normali di T3/T4 nel sangue e tuttavia i livelli di TSH sono al di fuori dei valori di riferimento. In questi casi limite non è sempre facile per il medico decidere se iniziare una terapia o se è meglio attendere e ricontrollare in seguito i valori ormonali nel sangue.

Per contro, nonostante i valori tiroidei nella norma (TSH, T4, T3) possono manifestarsi sintomi quali stanchezza, disturbi del sonno, tensione e nervosismo. In questi casi, dopo aver escluso la presenza di una malattia tiroidea, è necessario ricercare altre possibili cause, ad es. una carenza di ferro (anemia) o, in generale, una carenza vitaminica (B12, B9, B6). La carenza di vitamina B12, ad esempio, può causare stanchezza, debolezza, ma anche nervosismo e tensione.

La ghiandola paratiroidea

Come indica il nome, la ghiandola paratiroidea si trova nella regione della tiroide. Sintetizza un ormone molto importante, il paratormone (ormone paratiroideo), che regola l’equilibrio calcico del corpo. Il paratormone è responsabile dell’aumento del livello di calcio nel sangue.

Oltre al paratormone, la ghiandola paratiroidea produce anche l’ormone calcitonina, che svolge un ruolo opposto rispetto al paratormone. L’ablazione chirurgica della ghiandola tiroidea e di quella paratiroidea, potrebbe causare gravi disfunzioni della funzione muscolare e del processo di ossificazione.

Tir2 1