Cause e conseguenze
La scottatura è causata da un’esposizione prolungata ed eccessiva ai raggi del sole. I raggi ultravioletti del sole e anche quelli del solarium (!) sono talmente energetiche da disidratare letteralmente lo strato cutaneo superficiale (epidermide).
Le radiazioni solari altamente energetiche non colpiscono solo lo strato più esterno della pelle (epidermide), ma anche lo strato cutaneo intermedio (derma), un tessuto ben irrorato dal sangue.
A causa del riscaldamento prodotto dai raggi ultravioletti, i vasi sanguigni del derma si dilatano, la pelle si arrossa ed è calda al tatto. Le aree colpite sono molto dolorose e prudono. Il rossore e il calore della pelle sono sintomi di un’infiammazione cutanea.
Le conseguenze di una scottatura solare sono note: nel migliore dei casi lo strato cutaneo superficiale dell’epidermide si disidrata e si rinnova abbastanza rapidamente con la crescita degli strati cellulari.
Nel peggiore dei casi il liquido corporeo si accumula tra lo strato cutaneo intermedio e quello superficiale e si formano le tipiche vesciche. In questi casi il ripristino della pelle è notevolmente più lungo, poiché è necessario il rinnovamento di diversi strati cellulari.
In caso di ustioni solari estese, possono manifestarsi anche sintomi generalizzati, quali stato di malessere, nausea e febbre, a causa dell’infiammazione locale e della diffusione dei mediatori dell’infiammazione attraverso il flusso sanguigno.
Perdita di liquidi
Una scottatura molto estesa non costituisce solo un problema locale. Oltre ai sintomi generalizzati visibili (febbre, nausea, ecc.), bisogna considerare anche la grande perdita di liquidi per evaporazione. Ecco perché spesso le scottature generano l’impellente necessità di bere.
Trattamento delle scottature solari
Di solito ci si rende conto troppo tardi di aver preso una scottatura da esposizione al sole. La sera, dopo il soggiorno in spiaggia, la pelle duole e prude, è arrossata, estremamente sensibile agli stimoli, quasi non si può toccare.
Fare una doccia calda può essere un problema, perché la pelle duole parecchio dopo una scottatura. In questi casi il trattamento locale con un gel o uno spray acquoso è ideale, poiché sulla superficie cutanea, secca e irritata, si forma un film liquido protettivo. L’applicazione dovrebbe essere ripetuta ogni 2-3 ore. L’evaporazione dell’acqua del gel sulla cute favorisce il raffreddamento della pelle infiammata.
Si consiglia inoltre di bere molta acqua, che provvederà a reintegrare la mancanza di liquidi dall’interno. Nei casi estremi, che presentano oltre ai dolori, anche febbre e nausea, gli antinfiammatori non steroidei somministrati per via topica o per via orale possono essere utili, poiché dolori e febbre sono causati dall’infiammazione. Ovviamente, finché la pelle è arrossata e duole, è necessario evitare un’ulteriore esposizione diretta al sole.
Un cappello da sole e degli indumenti anti raggi UV fanno parte delle misure da adottare, se ci si vuole muovere liberamente sotto il sole.
Per il trattamento locale di una scottatura da sole è importante utilizzare gel, creme o spray dal contenuto acquoso elevato. Le creme o gli unguenti molto grassi non sono indicati, poiché, attraverso la formazione di un film lipidico sulla pelle, trattengono il calore e peggiorano la scottatura.
Dopo una scottatura, la pelle duole anche solo spalmando delicatamente una crema o un gel. In questo caso è preferibile l’applicazione di uno spray, che non deve essere spalmato sulla pelle e forma un film sottile, che rinfresca e idrata la pelle.
Misure di prevenzione
A dipendenza del tipo di pelle, ogni individuo ha un tempo di esposizione al sole senza subire danni cutanei. Nel 1975 Fitzpatrick ha classificato per la prima volta i 6 fototipi esistenti.
I fototipi da I a IV corrispondono ai tipi di pelle delle popolazioni europee, tenendo conto che il fototipo I ha la pelle più chiara, mentre il fototipo IV quella più scura. I fototipi V e VI corrispondono ai tipi di pelle scura dell’Africa settentrionale e centrale. I confini di questi fototipi, tuttavia, non sono sempre chiari e netti e, per determinarli, potrebbero esserci delle sovrapposizioni. Gli individui con il fototipo I e II, che sono i più sensibili ai raggi ultravioletti, devono proteggersi molto bene e, di conseguenza, limitare il tempo di esposizione al sole.
Con un forte soleggiamento, gli individui con fototipo I e II possono riportare danni alla pelle già dopo 15 o 20 minuti di esposizione al sole. Più scuro è il colore della pelle e più a lungo è possibile esporsi al sole: 30 minuti per il fototipo III, 40 minuti per il fototipo IV, 60 minuti per il fototipo V e 80 minuti per il fototipo VI.
A dipendenza del fototipo personale, per proteggere la pelle è necessario applicare delle creme con un fattore di protezione adeguato. Devono essere applicate più volte al giorno, soprattutto dopo aver fatto il bagno o la doccia.
Va ricordato infine che una lunga e frequente esposizione al sole provoca l’invecchiamento precoce della pelle. Questo è noto da decenni e va tenuto in considerazione.
A titolo precauzionale, dopo l’esposizione al sole è necessario curare la pelle. È indicato l’uso di gel o spray contenenti molta acqua, in grado di restituire alla pelle l’umidità che ha perso durante il giorno. I gel e gli spray a base di acido ialuronico, che è in grado di legare molte molecole d’acqua, sono in grado di ripristinare l’idratazione cutanea. L’acido ialuronico, inoltre, agisce nella cute come neutralizzante dei radicali liberi dell’ossigeno, prevenendo così i danni derivanti dalle radiazioni ultraviolette.
Fototipi
Esistono 6 fototipi al mondo, stabiliti da Fitzpatrick nel 1975. A dipendenza del fototipo, l’esposizione al sole può essere più corta o più lunga. I fototipi dalla pelle chiara possono bruciare già dopo soli 20 minuti di esposizione al sole.